
Il riso soffiato è da sempre un alimento considerato comodo e di base per il cane. In realtà non è poi così salutare, e forse l’unico aspetto positivo è che è un prodotto economico e facile da utilizzare.
Il riso soffiato o puffed rice in inglese, è ricavato dal riso tramite il processo di soffiatura. In alcune parti del mondo è utilizzato negli street food ( murmure o mudhi in India) o per la colazione insieme al latte o allo yogurt.
Come si produce il riso soffiato?
Vi sono vari metodi di preparazione che si basano su una cottura che gelatinizza l’amido presente nel chicco, poi il riso viene esposto al vapore acqueo e ad alte pressioni. Una volta spinto nelle camere di espansione, il chicco viene soffiato.
Durante questa lavorazione si formano dei micropori nel riso che ne aumentano il volume, riducono il peso specifico e riorganizzano l’amido in esso contenuto.
Il riso soffiato non ha gli stessi valori nutrizionali del riso cotto o crudo o integrale.
In particolare:
- Il riso soffiato ha il triplo delle calorie del riso non soffiato sia cotto che crudo
- Il riso soffiato ha un contenuto maggiore di carboidrati
- Il riso soffiato è più ricco di fibre e proteine
Nelle diete umane le gallette di riso vengono spesso utilizzate per le diete ipocaloriche ma come vedremo il maggior contenuto di calorie e gli elevati indici glicemico e insulinico ne fanno un alimento poco adatto sia per le diete che per il cane.
I motivi per cui l’utilizzo di riso soffiato per il cane è controverso dipende da alcuni fattori.
– Indice glicemico e carico glicemico
L’indice glicemico ” misura la capacità di un determinato carboidrato di alzare la glicemia dopo il pasto rispetto a uno standard di riferimento che è il glucosio puro”. A seguito dell’ingestione di carboidrati, la quantità di glucosio nel sangue (glicemia) si innalza e di conseguenza arriva un segnale al pancreas che inizia a secernere un ormone, l’insulina. L’insulina è alla base, insieme ad un altro ormone, il glucagone, dell’utilizzo da parte dell’organismo del glucosio in circolo. In pratica induce le cellule del corpo a catturare e utilizzare il glucosio del sangue, e in questo modo tra le altre cose si abbassa la glicemia sanguigna fino al pasto successivo.
Il riso soffiato ha un indice glicemico piuttosto elevato, che varia da 85 a 120. Ma l’indice glicemico non ci da un valore assoluto, perchè dipende anche dal contenuto reale di amido. Ad esempio se anche avesse un elevatissimo indice glicemico ma poco amido, il problema sarebbe relativo.
Se consideriamo i valori di amido, carboidrati e fibre, poiché il riso soffiato ha più carboidrati, ha un carico glicemico più elevato rispetto altre tipologie di riso, ma grazie alle fibre il suo indice glicemico è molto simile al riso brillato cotto.
Infatti l’indice glicemico dipende da vari fattori:
– Le proteine e i grassi presenti nello stesso alimento o in altri alimenti che compongono quel pasto possono ridurre l’indice glicemico. Per esempio il latte intero (che contiene più grassi) ha un indice glicemico inferiore rispetto al latte scremato.
– Le fibre diminuiscono l’indice glicemico di un alimento in quanto rallentano l’assorbimento. Ecco perché un riso integrale ha un indice glicemico inferiore al riso brillato.
– La raffinazione aumenta l’indice glicemico
– La cottura (tempo di cottura e temperatura di cottura) aumenta l’indice glicemico
Quindi sebbene il riso soffiato contiene più carboidrati del riso brillato, la presenza maggiore di proteine e fibre riequilibra l’indice glicemico, che comunque rimane elevato.
L’indice glicemico però non tiene conto della quantità di carboidrato che viene introdotto con quell’alimento. Per valutare sia l’indice glicemico sia quanto di quel cibo viene mangiato, si utilizza il carico glicemico. Se ad esempio mangio un alimento con basso indice glicemico ma in grandi quantità avrò comunque un valore elevato di glicemia e al contrario se assumo piccole quantità di un alimento ricco di carboidrati, la glicemia ne risentirà meno di quanto si pensi
.Se si utilizzasse solo l’indice glicemico per scegliere un alimento, la carota sarebbe bandita in quanto ha un indice glicemico pari a 90 (molto alto). Ma 100g di carote contengono solo 8g di carboidrati, quindi il carico glicemico è pari a 7,2(ovvero molto basso).
Nel caso del riso soffiato e del riso brillato, il riso soffiato ha un indice glicemico simile al riso brillato, ma il carico glicemico del riso brillato è molto inferiore. Questo vuol dire che se mangio 100g di riso brillato e 100g di riso soffiato, anche se hanno indice glicemico simile, con il riso soffiato mi si alzerà molto di più la glicemia.
A tutto ciò aggiungiamo che i cani nemmeno avrebbero bisogno di fonti primarie di carboidrati e sono più soggetti a conservarne l’eccesso sotto forma di adipe.
– Contenuto in acrilammide e arsenico
L’acrilamide e l’arsenico sono due sostanze trovate in alcune varietà di riso. L’allerta nasce dal fatto che sono sostanze cancerogene soprattutto se si ingeriscono grandi dosi o anche piccole dosi ma per lunghi periodi.
Il riso assorbe l’arsenico dal suolo e dall’acqua: fertilizzanti, insetticidi e erbicidi contribuiscono all’inquinamento ambientale e il riso, essendo coltivato in acqua, ne assorbe grandi quantità che accumula sullo strato esterno del chicco.
Nel 2016 uno studio del Jama Pediatrics ha evidenziato come i bambini che mangiano riso in quantità elevata hanno livelli di arsenico urinario maggiori rispetto ai bambini che non ne mangiano.
La FDA nel 2013 ha pubblicato uno studio sul contenuto di arsenico nel riso e nei suoi derivati, compreso il riso soffiato (https://www.fda.gov/food/foodborneillnesscontaminants/metals/ucm319916.htm)..mediamente il riso carnaroli italiano conteneva 112 ppb1 di arsenico , il riso soffiato 723 ppb1. Si capisce come questi dati abbiano allarmato in quanto assumere arsenico giornalmente può portare nel tempo intossicazioni anche serie.
In un articolo del 2014
http://www.dailymail.co.uk/news/article-2817542/More-half-rice-products-exceed-new-EU-limits-ARSENIC.html viene messo sotto accusa il consumo di prodotti a base di riso perchè presentano valori al disopra dei limiti imposti dalla Unione Europea per i contenuti di arsenico, che comunque sono stati alzati proprio perchè sono stati trovati valori elevati in molte tipologie di riso nel mondo (per tutelare la vendita di riso).
Secondo il report della EFSA del 2014 https://www.efsa.europa.eu/it/efsajournal/pub/3597 nel riso soffiato troviamo un limite inferiore di 108 microgr/kg di arsenico inorganico e un livello superiore di 114,7 mentre nel riso bianco 84,3 come limite inferiore e 93 come limite superiore. Solo a titolo informativo riso brown e riso rosso sono risultati con valori molto più elevati del riso soffiato.
Ora il problema fondamentale dove sta? Che noi ci mangiamo un piatto di riso o una galletta ogni tanto, ma al nostro cane vogliamo dare anche grosse quantità di riso soffiato ogni giorno. Inoltre mentre il riso soffiato ad uso umano ha anche i suoi minimi controlli sul riso da cui viene prodotto (anche in termini di livelli di arsenico), con quale riso viene prodotto il riso soffiato per cani e con quali procedure?
A causa dell’attenzione su questa sostanza e sul suo contenuto nel riso, dal primo gennaio 2016 sono entrati in vigore dei limiti massimi di arsenico inorganico consentiti nel riso e nei suoi derivati.
L’acrilammide invece è una molecola che si forma nei cibi che contengono carboidrati e che vengono cotti a temperature superiori a 120°Ce in certe condizioni di umidità. Quindi non si crea solo nel riso lavorato ma anche in altri prodotti come patatine fritte, chips, snack, crackers, cereali da colazione, caffè, prodotti da forno, etc
Nel 2015 il gruppo di esperti scientifici sui contaminanti nella catena alimentare (gruppo CONTAM) dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha adottato un parere sull’acrilammide negli alimenti. Sulla base di studi effettuati su animali l’Autorità conferma le conclusioni delle precedenti valutazioni, secondo le quali l’acrilammide negli alimenti può aumentare il rischio di sviluppare un cancro per i consumatori in tutte le fasce di età.
Ancora nel 2018 l’AIRC consiglia di ridurre drasticamente il consumo di alimenti che contengono questa molecola per gli innumerevoli effetti patogeni anche a lungo termine.
Le aziende che producono questi alimenti però effettuano controlli regolari sui loro prodotti per far si che rientrino nei valori indicati dal regolamento europeo del 2017.
Quindi per quanto riguarda l’acrilamide le aziende effettuano un controllo diretto sul prodotto, ma per quanto riguarda l’arsenico si deve valutare la materia prima.
Se confrontiamo riso brillato con riso soffiato, e tenendo conto di: contenuto di carboidrati, amido, indice glicemico e carico glicemico e calorie, in linea di massima la dose di riso soffiato dovrebbe essere di circa un 1/3 rispetto quella di riso brillato. Quindi se nella dieta ho 60g di riso brillato cotto, la dose di riso soffiato dovrebbe essere di circa 20g
Ma allora il riso soffiato si può dare ai cani?
Partiamo con il dire che si può anche dare, ma bisogna considerare quanto già detto.
Per quanto riguarda la sicurezza alimentare, se viene prodotto con gli stessi criteri del cibo umano, quindi da una azienda che controlla tutta la sua materia prima e anche il prodotto finito, non dobbiamo preoccuparci delle contaminazioni.
Per quanto riguarda il contenuto di carboidrati e la sua influenza sul metabolismo, dobbiamo invece fare alcune considerazioni: è sicuramente un alimento sconsigliato in caso di cani in sovrappeso o in caso di diabete e insulino-resistenza. Ovvero in tutti quei casi patologici in cui bisogna tenere sotto controllo l’apporto di carboidrati nella dieta.
Non possiamo dare la stessa quantità di riso brillato o riso integrale e di riso soffiato, ma deve essere calcolata la dose dal nutrizionista che deve tenere conto della proporzione di nutrienti nell’alimentazione del cane.